Un ricordo di Carlo Casini: le virtù minime del cristiano in politica
È uscito di recente il volume Carlo Casini, testimone di misericordia, a cura di Aldo Bova e Marina Casini Bandini. Ho accolto con favore la richiesta di Marina di inserire nel libro anche un mio contributo. Eccolo a seguire.
Introduzione al Breviario del buon governo
Con grande intimo piacere desidero centrare questo contributo su Carlo Casini, maestro ed amico, in relazione ad un ricordo insieme personale e pubblico. Nel lontano 1998 fu proprio Carlo a scrivere la prefazione al mio primo libro: Breviario del buon governo, virtù minime per il cristiano in politica. Ed. Il Vantaggio,1998, p p. 5-9.
Nell’occasione Carlo non scrisse un’introduzione formale. Si spese molto, producendo un testo ampio e profondo.mIl fatto che il libro venisse presentato Alla Querce di Firenze, scuola che lui aveva frequentato come “principe degli studi”, in cui allora anch’io insegnavo, rese il fatto ancora più coinvolgente.
Circolo virtuoso
Questa riflessione sul nesso tra l’altezza dell’impegno politico e la ferialità delle virtù cristiane minime innesca un circolo virtuoso che mi sembra utile e doveroso riportare.
Non saprei dire se la misericordia è virtù minima o massima; di sicuro Carlo, senza citarla esplicitamente e facendo riferimento sia a Paolo VI che a S. Agostino, fa capire dalle parole che usa quanto questa inclinazione interiore e viva sollecitudine non può fermarsi ad una fatalistica attesa, ma si deve tradurre in opere attive e quotidiane: “La politica per essere vera deve mettere al centro l’uomo, a cominciare dal più povero e dal più debole”.
Modo di essere ed agire
Proprio intorno a tale baricentro ruota l’ ispirazione attiva che ha mosso tutta la vita di Carlo.
Ed ancora, marcando l’indissolubile legame che si crea tra “modo di essere ed agire”, scrive: “Il cristiano ha un suo distintivo anche in politica, ma esso non è un dato oggettivo, piuttosto si manifesta nel modo di essere ed agire di colui che fa politica: nel suo personale disinteresse, nel suo spirito di servizio, nel suo distacco dalle cose e dal potere, nella sua laboriosità, nella sua capacità di attenzione verso il prossimo”.
Un antidoto alla deriva della politica
Sempre più attuale la seguente nota che potremmo definire “profetica”: ”Intorno al politico si muovono persone che lo adulano. È facile sentirsi superiore, importante, addirittura indispensabile. (…) Ecco allora il rischio di naufragio dell’essere nell’apparire, con tutte le conseguenze negative dello svuotamento di contenuto, della superbia, dell’arroganza e dell’abuso. È grave”.
Quale allora miglior antidoto a questa “deriva” che mina e fa marcire le radici stesse della cristiana disponibilità e gratuita sollecitudine verso il bene comune, personale e comunitario?
E Carlo risponde in esordio attraverso un serrato elenco di virtù che sono la pre -condizione cristiana per disporre cuore, mente ed anima ad un sentimento di intima commozione e compassione (cioè l’esatto contrario dell’invidia) per andare incontro al prossimo.
E prosegue indicando la principale tra queste: “L’antidoto è la virtù che dovrebbe essere la più tipica del politico:l’umiltà. Essa restituisce il senso della verità e del servizio, che conserva la pace del cuore e l’insuccesso, che rende il tratto cordiale”.
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