lI Senato è stato chiamato a esprimersi sulla proposta di istituzione di una nuova Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Si tratta di una mozione presentata dalla Senatrice a vita Liliana Segre già presidente di analoga commissione nella scorsa legislatura.
Una commissione conoscitiva
I compiti della Commissione saranno di natura conoscitiva senza pertanto alcun potere di indagine o direttamente operativo ma avrà la possibilità di lavorare su quel background (a)culturale da cui simili fenomeni sorgono e, mediante l’uso distorto sei social network e della rete, trovano radici e si espandono.
La materia è complessa e le vicende legate al dibattito sull’Istituzione della Commissione nella precedente legislatura debbono servire come base di dialogo e confronto senza alcun paraocchi ideologico.
Diritto alla libera espressione del pensiero e diritto alla tutela contro la violenza: complementari e non alternativi
E’ in gioco la necessità di procedere sulla base di un equo bilanciamento dei diritti costituzionali coinvolti. La libera espressione del pensiero da un lato e la tutela della dignità della persona umana, del suo onore e del proprio diritto a non essere bersaglio di aggressioni verbali e non.
Insomma, diritti da intendersi come complementari e non alternativi, che possono coesistere solo se a monte sarà fatto un lavoro di monitoraggio e intervento prima culturale e poi normativo senza negare le difficoltà che già furono segnalate nel 2021/2022.
Prima tra tutti, il corretto inquadramento di cosa sia “hate speech” e quando l’odio da pulsione umana diventa un “quid pluris” giuridicamente sanzionabile.
Poi, ed è il secondo problema, la definizione dell’area di intervento sulle piattaforme social. Esse oramai sono dei soggetti privati con uno sterminato rilievo pubblico in grado di orientare e condizionare il dibattito nazionale. E al contempo sono veicoli micidiali di odio alimentato dall’illusione dell’impunità.
Intervenire, e farlo bene, è dunque fondamentale.
Si tratta cioè di consentire una piena regolazione della materia da parte dello Stato e non di potentissimi soggetti privati e spesso transnazionali.
Anche per questo, oltre che per il proprio “core business”, la Commissione merita di essere istituita e il dibattito approfondito.
…a pochi giorni dal Giorno della Memoria: una coincidenza significativa
Peraltro, è significativo che di questo si discuta a pochi giorni dal Giorno della Memoria. Ricordando sempre che “tutto non iniziò con i campi di concentramento” ma che vi fu un lungo lavoro sotterraneo di discriminazione, pregiudizio, odio e violenza che culminarono poi nella tragedia della Shoah, di cui la Segre è stata vittima e oggi è testimone prezioso.
In sintesi, si tratta di conoscere per prevenire piuttosto che reprimere (attività che ovviamente è demandata alle Autorità Competenti).
D’altra parte gli operatori di settore concordano che i fenomeni di istigazione all’odio, violenza, razzismo e antisemitismo sono ampiamente sottostimati e che pertanto molto lavoro dovrà essere fatto per promuovere una conoscenza approfondita del fenomeno e consentire al Parlamento di varare strumenti a tutela delle vittime.
Non strumentalizziamo la Commissione e la sua importanza
Certo non potrà né dovrà diventare strumento di propaganda di una visione omologata della società ispirata a un buonismo d’accatto utile solo a salvare (forse) la coscienza di qualcuno, o peggio come “clava” da utilizzare contro l’avversario politico in una populistica semplificazione della complessità dei problemi che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Questo è senz’altro un altro punto che chiama alla responsabilità la nostra classe politica affinché sappia cogliere in profondità i beni in gioco e non si lasci sedurre da scorciatoie ideologiche e strumentali. Possiamo solo auspicare che ne sia all’altezza.
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