Una Comunità Democratica ad orologeria
Anno nuovo, progetto vecchio che ritorna
Gli ex Ppi, dal 18 gennaio 2025, daranno l’avvio ufficiale di un ennesimo nuovo progetto politico. Promosso da Graziano Delrio, l’evento avrà luogo a Milano e vedrà la partecipazione di figure storiche come Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti, ed esponenti della società civile e del mondo accademico, come Ernesto Maria Ruffini.
C’è anche il nome di battesimo: Comunità democratica. Obiettivo dichiarato: rimettere al centro del dibattito il contributo della cultura politica cattolica, evidenziandone la rilevanza nel rispondere alle sfide contemporanee.
Ultimatum a Schlein
Ed ecco l’articolato che Delrio utilizza per lanciare l’iniziativa:“La cultura cattolica democratica ha sempre avuto una visione laica e strumenti capaci di generare proposte innovative”.
Ed ancora a seguire: “Vogliamo far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese”.
A parte la scontata retorica da “vernissage”, segue la parte più piccante, che dice molto, anzi tutto
Prosegue infatti Delrio: “Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd”.
La lettura conseguente è quasi automatica e si riassume con un vero e proprio ultimatum alla segretaria PD Schlein.
Sturzo, De Gasperi ed il laicato cattolico
Assai confuso l’approccio programmatico di Comunità Democratica per quanto riguarda i riferimenti a Sturzo e De Gasperi, che appaiono integrati, visto che si parla di combinare “il federalismo autonomista ispirato a Luigi Sturzo con una visione europea rafforzata, in linea con l’eredità di Alcide De Gasperi”.
Addirittura ambiziosa ed iperbolica (per giunta accompagnata da un linguaggio ermetico) la chiara apertura alle associazioni del laicato cattolico per creare una rete capace di elaborare proposte concrete, finalizzate – come dice il portavoce Delrio – “Non a posizioni di potere, ma a far sentire la nostra voce su temi di interesse nazionale ed etico”.
La grande esca a mare
Si tratta del solito bel mix preparato ad arte per ritagliare lo spazio utile ad un nuovo centro orbitante a sinistra. Stavolta, visti i personaggi coinvolti, con una doppia malcelata ambizione. Da una parte ridurre ad unum Sturzo e De Gasperi, facendo sì che il primo divenga il vero testimonial di un federalismo autonomista autentico ed il secondo l’alfiere di un europeismo assoluto.
Così facendo si compiono due errori contemporaneamente: si trasforma Sturzo da municipalista ed autonomista (contro quella che lui chiamava statolatria) in federalista puro ed inoltre si dissocia la perfetta armonia nel pensiero degasperiano tra valore dello Stato italiano ed apertura europeista
E per quanto concerne la “rete” gettata in mare come esca per i cattolici, si tratta, con il consueto patrocinio ad orologeria, di impedire la riaggregazione politica dei cattolici italiani in alternativa al progetto del centro-sinistra.
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