Vi siete mai chiesti come mai la stampa ci bombarda di notizie che riguardano solo il Covid? Ecco il motivo:
“Stanziati 50 milioni di euro per l’istituzione del “Fondo emergenze emittenti locali” per l’erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radiotelevisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi. (art. 195 del DL 19 maggio 2020, n. 34).
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 279 del 9 novembre 2020 il decreto che riconosce alle emittenti radiofoniche e televisive locali un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19.
Il decreto direttoriale del 13 novembre 2020, previsto dal decreto del 12 ottobre 2020, disciplina le modalità di presentazione della domanda di accesso al contributo straordinario previsto dall’art. 195 del decreto legge 34/2020 (Fondo emergenze emittenti locali).”
Questo è quanto riportato sul sito del MISE (ministero dello sviluppo economico) in merito alle informazioni che le testate locali devono trasmettere. (qui il LINK alla pagina del MISE)
Naturalmente, al giorno d’oggi, un’indicazione su quali notizie trasmettere sarebbe uno scandalo bello e buono. Ma nemmeno nella Romania di Ceaușescu potevano immaginarsi una cosa del genere. E quindi i nostri politici (miei no di sicuro) si sono inventati un meccanismo deliziosamente sottile.
Giornalisti e stampa venduti per meno di 30 denari
C’è una cosa di cui le testate giornalistiche hanno atavicamente bisogno: il denaro. E allora diamo un bell’incentivo. Hanno trasformato le testate giornalistiche in volgari prostitute dell’informazione. 50 milioni extra per parlare unicamente del Covid.
Probabilmente, anzi sicuramente, se le varie emittenti locali non avessero le marchette governative, parlerebbero anche di Covid e non esclusivamente di Covid. Andrebbero ad analizzare l’inettitudine di chi ci tiene al guinzaglio.
Un guinzaglio dorato per le cortigiane di palazzo che si fanno chiamare giornalisti. Non si tratta di corruzione. Niente di illegale. Solo un sapersi approfittare in maniera subdola della pochezza intellettuale di chi dovrebbe riportare le notizie e la verità, e invece mercifica un mestiere per meno di 30 denari
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