Una Jalta nei nostri tempi

Una Jalta nei nostri tempi

Non soffiamo sul fuoco, grande può essere l’incendio. Sì grande può divampare l’incendio, perché non possiamo sapere come va a finire questo mondo frammentato. Di certo ci siamo resi conto che la visione del mondo occidentale, è ormai la visione  di una parte minoritaria del mondo.

La rivoluzione industriale

Un tempo le colonie garantivano tante materie prime, le industrie, quelle grandi, quelle importanti avevano i loro centri di produzione per la stragrande maggioranza, solo nei paesi occidentali.

Il resto del mondo era indietro perché non avevano una forte produzione industriale. Durante il secondo conflitto mondiale l’assoluta preponderanza di produzione era nell’emisfero settentrionale del globo. Tutta la popolazione bellica, era in mano occidentali.

L’Occidente faceva la differenza perché aveva i fucili ed i cannoni contro popoli male organizzati e non industrializzati. Ora non tutto il mondo è cresciuto a livello industriale, ma gran parte del mondo non occidentale ha superato l’Occidente in questo campo . Abbiamo decentrato noi i nostri stabilimenti industriali, per economizzare la produzione.

Quel mondo ringrazia delle tecnologie avute, produce da sé, e si emancipa.Ci imputa il colonialismo e vuole riprendersi la sua passata grandezza,nella quale anche anch’esso si ispira ad imperi coloniali.

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Non è l’unico a pensarla così. Nel mondo so rafforza la visione di Israele come di uno stato coloniale.

Due popoli, due stati, sarebbe una soluzione di logica di buon sens. Ma viene letta da molti semplicemente come voler favorire un presunto invasore.

Perché anche Israele, che non ha mai avuto una colonia in passato, viene accusato della colpa imputata all’uomo bianco: il colonialismo. Che ci siano essere ebrei di ogni razza, non interessa a nessuno. La narrazione terzo mondista dello stato cattivo va preservata anche a discapito delle vittime dell’olocausto e dei bambini decapitati.

Una nuova Jalta?

La proposta di Massimo Cacciari è veramente interessante e lungimirante.  Una nuova Jalta.

Determinare delle aree di influenza, in un nuovo mondo multipolare. Ma trova il suo limite nel ragionamento di Cacciari sull’Ucraina. Lasciarla libera di aderire alla Nato.

Difficilmente la Russia potrebbe accettare un’area di influenza che non includa l’Ucraina. Difficilmente in queste condizioni accetterebbe di non includere Taiwan nella propria area di influenza.  Stanno cacciando l’Occidente dal resto del mondo, che sta entrando sotto un’altra area di influenza. Quindi una nuova Jalta è necessaria, ma bisogna avere prima l’obiettivo politico.

Restringere i confini e l’influenza occidentale e chiudersi in un fortino?

Oppure cercare di mediare magari sacrificando qualcosa, salvaguardando dei baluardi occidentali nel mondo? La risposta a questa domanda influenzerà il futuro delle prossime venti generazioni.

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