Una volta c’erano i forni crematori

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Una volta c’erano i forni crematori

(“Né con Hitler né con  gli ebrei”. allora.   Oggi “né con Hamas né con Israele”. La sinistra)

Abbiamo assistito impotenti alla strage del 7 ottobre.

Si è detto che poteva essere paragonato  all’undici settembre, il primo e ultimo atto terristico di questa portata. Ma come non pensare a ciò che la mia generazione ha sentito ripetere fino all’esasperazione. “Per non dimenticare” è stato il leitmotiv degli ultimi75 anni, circa.

L’olocausto ci è stato ricordato e proposto  ogni  anno il 27 gennaio, giorno, appunto, della memoria.

Dato che ricorreva quel giorno la liberazione da parte dell’Armata Rossa, del campo di concentramento di Auschwitz. Ricorrenza  internazionale,  designata dalla risoluzione 60/7  dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. il 1  novembre 2005 durante la 42°riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale del 24 gennaio 2005 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti.

Allora non sapevano

Si vedevano portar via amici parenti conoscenti, su quegli orribili treni, senza sapere che fine avrebbero fatto.

 Il 7 ottobre abbiamo saputo in diretta che cosa stava succedendo e, subito dopo,  visto.

 Ma abbiamo provato la stessa impotenza.  Non potendo, comunque,  intervenire in alcun modo.

E abbiamo realizzato, con raccapriccio,  che  i corpi dei bambini carbonizzati erano gli stessi. Allora i nazisti, oggi i terroristi. Non forni crematori bensì irruzioni nelle  case, e sterminio di famiglie inermi, indifese e senza colpa alcuna.  Proprio come quegli esseri umani che venivano allora. prima  deportati e poi  torturati e sterminati.

 Ma l’assurdità più assurda è la posizione della sinistra italiana che per decenni ci ha bombardato con il giorno della memoria, con le varie foto di cancelli con la scritta “Arbeit macht Frei”.  E, improvvisamente,  ha espresso il suo disprezzo e  il suo  odio antisemita. 

Certo,  perché lo stato di Israele non è composto da ebrei

Qualcuno arriva a dire …  Assistiamo a un violento antisemitismo  rinascente nella sinistra intra moenia. Ma anche a livello europeo.

Non pensavamo  davvero che si sarebbe arrivati  a vedere  le piazze  della sinistra inneggiare alla Palestina contro gli ebrei. Dato che, piaccia o meno, gli israeliani, ebrei sono. Chiunque sia il Capo di stato.

In democrazia capita di avere un Premier o un Governo espresso, anche se non direttamente , da un  popolo diviso in due. Comunque scelto  da  una maggioranza parlamentare o diretta.  Secondo il sistema  vigente  in ogni Paese. 

Non è concepibile o ipotizzabile che il mondo odi gli italiani perché non ama il nostro Presidente

Che in verità è piuttosto amato. Forse  più extramoenia, dato che è riuscita a muoversi con grande rapidità e visitare mezzo mondo. In un anno.  Dove è stata accolta sempre benevolmente.  

E nonostante le sue vicende familiari, fuori tema  ma  esplicite.”Per tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.

Sarebbe come sentirsi   antiamericani perchè non si gradisce la politica dell’attuale Presidente USA. E il deep state.

Poi c’è stato l’orribile evento dell’ospedale di Gaza

E  da giorni ne abbiamo e ne stiamo parlando. Chi è stato? La domanda è rimbombata a livello globale. E ognuno ha assorbito l’evento  secondo la propria sensibilità e secondo la propria posizione politica . Ma non solo.

Da “un crimine di guerra senza giustificazione alcuna”. Senza riflettere. Incredibile un Fratoianni che comincia ad avere qualche dubbio…

Comincia e precipita la marcia indietro della sinistra dura e pura.

Chissà se è un bene o un male….

Ho l’impressione che la sinistra, almeno in parte, stia precipitando a marcia indietro.

Si accorge di averla detta e  fatta grossa. Bravissima a rigirare la frittata.

La verità è che tutti siamo stati presi dallo sgomento. Ci sentiamo ancora più impotenti di allora, e molto più in colpa, dato che  oggi sappiamo, comodi sui  nostri divani,  nei nostri salotti,  mentre  guardiamo  scene strazianti alla TV. Ma non c’è soluzione, se non sperare in un rinsavimento generale che avrebbe del miracoloso. La vittoria di azioni diplomatiche da sempre rifiutate da chi persegue un intento  ben preciso. La conquista di un  potere autoritario rigoroso e categorico.

Chissà se sapremo?

Un po’ di ricordi orribili. ma non tanto  più di quelli che ci circondano. Sperando che non continueranno a opprimerci. Nihil novi.

“Quando, nel 1941, incominciò lo sterminio sistematico degli ebrei sovietici, la funzionalità dei metri, a causa dei gas che si formavano nei cadaveri. In seguito, mi fu riferito, si bruciarono i cadaveri su traversine di ferrovia, con olio Diesel, allo scopo di farli scomparire […]» [citato in Poliakov (1955), p. 266].”forni crematori per l’eliminazione delle prove dell’eccidio emerse lentamente, come soluzione ai problemi “tecnici” che man mano emergevano.

Il problema dello smaltimento dei cadaveri restò un grosso problema anche quando iniziarono le “azioni” di sterminio con i gas nei Vernichtungslager. Nel campo di Belzec, ad esempio, i cadaveri dei gassati venivano inizialmente gettati in grandi fosse comuni. Questa soluzione, tuttavia, presentava grossi inconvenienti, come testimoniò in un memoriale, scritto nel 1945, il dottor Kurt Gerstein, che assistette ad una esecuzione di ebrei con il monossido di carbonio:

«[Dopo l’esecuzione] i corpi furono gettati in grandi fosse di circa 100 x 20 x 12 metri, scavate presso le camere a gas. Dopo qualche giorno i corpi si gonfiavano e il terreno si sollevava di due o tre metri, a causa dei gas che si formavano nei cadaveri. In seguito, mi fu riferito, si bruciarono i cadaveri su traversine di ferrovia, con olio Diesel, allo scopo di farli scomparire […]» [citato in Poliakov (1955), p. 266]”.

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