Uno storico doppio

Cosa avrebbe fatto Mussolini se avesse ricevuto le domande di grazia

domande di grazia

Mussolini e le domande di grazia. La cosa peggiore che si possa fare in qualunque ricostruzione storiografica è avanzare certezze su situazioni ipotetiche. La storia fatta con i se ed i ma non è storia, poiché quest’ultima si basa solo ed esclusivamente sull’analisi dei fatti. Il resto è una scommessa.

Infatti se fosse avvenuto qualcosa che non è avvenuto, determinare con certezza come sarebbe andata in passato è incerto più o meno come è incerto lanciare previsioni sul futuro.

Se le domande di grazia di gerarchi condannati a morte a Verona fossero giunte sul tavolo di Mussolini cosa avrebbe fatto il duce? È difficile dirlo. Si possono avanzare solo più ipotesi.

Giovanni Dolfin capo della segreteria particolare del Duce, affermò che Mussolini gli disse che chi gli aveva fatto l’affronto di non fargli pervenire le domande gliene avrebbe risposto personalmente. Ma non fece nulla poi a riguardo.

Anche perché probabilmente chi non gli fece recapitare le domande di grazia, indirettamente gli fece un favore. Cosa avrebbe potuto fare Mussolini?

Era il capo di uno Stato la cui esistenza era comunque fortemente condizionata dai tedeschi. E due guardie delle SS continuavano a piantonare la cella del genero.

Inoltre lo squadrista Nicola Furlotti, continuò ad asserire che i fascisti intransigenti, d’accordo col prefetto di Verona Cosmin, avrebbero giustiziato comunque i gerarchi nelle loro mani. Anche se Mussolini li avesse graziati o il tribunale li avesse assolti o condannati a pene detentive.

Era praticamente impossibile salvare i condannati

Ma sarebbe stato comunque un gesto tragicamente doloroso per Mussolini scrivere “no” su un atto che non solo avrebbe reso vedova sua figlia ma anche orfani i suoi nipoti.

Il risultato degli eventi fu comunque lo stesso, ma almeno formalmente non ci fu Mussolini a respingere l’ultima esterna possibilità di Ciano.

Forse sarebbe stato certificato un intervento in favore del Maresciallo De Bono, fortemente caldeggiato anche dal ministro della giustizia Pisenti, il quale continuava ad asserire che in Italia non c’era mai stata un’esecuzione capitale per un uomo di quell’età ed anche con quei meriti militari.

Forse li Mussolini avrebbe potuto concedere una commutazione della sentenza in carcere a vita, non indisponendo troppo gli intransigenti.

Non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare o non fare Mussolini se avesse avuto davanti quelle domande.

L’unica certezza è che anche se Mussolini avesse accolto tutte le domande di grazia, difficilmente di fascisti più intransigenti ed i tedeschi avrebbero consentito ai gerarchi condannati di uscirne vivi.

 

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