Democrazia dei miei stivali. Siamo a Buffalo, nell’estremo nord dello Stato di New York, al confine col Canada. Sembra una scena da far west. E’ l’America del 2020. Buffalo Bill in assetto antisommossa butta a terra un filiforme 75enne. Il signore cade indietro a peso morto, ed inizia immediatamente a sanguinare dall’orecchio. Bruttissimo segno. Non per il cowboy con casco e manganello. Lo guarda, vede il sangue, tira dritto.
Non ti curàr di lór, ma guarda e passa. Al limite muore.
L’anziano, ricoverato in ospedale, viene definito in condizioni serie ma stabili. Ci risiamo. Prima della pubblicazione del video la polizia afferma che l’uomo è caduto da solo. La decisione di sospendere due poliziotti arriva soltanto quando vengono pubblicate le immagini dell’incidente.
La Grande Mela. Marcia. Una democazia. Fondata sul dollarone, unico vero Dio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La morte di George Floyd è un fatto gravissimo, per il quale i quattro balordi in divisa meritano l’ergastolo. Dalla divisa blu a quella arancione. A vita.
Ma un evento estemporaneo come la morte dell’afroamericano non può certo essere il leitmotiv di una guerra sociale. Stazioni di polizia in fiamme, pistolettate per strada – lo sport nazionale – morti, feriti, la minaccia della Guardia Nazionale per sedare la rivolta. E’ una società profondamente malata quella americana. Trump annaspa, cerca il cavillo, non si trova, anzi forse c’è, aspettate l’abbiamo trovato. Ok è un po’ ammuffito, ma sempre buono. Diritto d’antiquariato: datato 1807.
Viva la democrazia.
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