L’arma più famosa nella storia dell’arte è in vendita: il revolver Lefaucheux con il quale il pittore olandese Vincent Van Gogh (1853-1890) si sarebbe ferito mortalmente allo stomaco sarà messo all’asta da Auction Art all’hotel Drouot di Parigi il prossimo 19 giugno, con una stima che oscilla tra 40.000 e 60.000 euro.
Dopo il suo ritrovamento, il revolver fu consegnato al proprietario dell’albergo Ravoux di Auvers-sur-Oise dove il pittore visse e morì due giorni dopo il misterioso ferimento, il 29 luglio 1890. E da allora, l’arma è rimasta sempre di proprietà dei discendenti della famiglia dell’albergatore, che ora hanno deciso di venderlo. Il Lefaucheux 7 mm fu presentato in pubblico per la prima volta nel 2012 in occasione della pubblicazione del libro ‘Aurait-on retrouvé l’arme du suicide?’ di Alain Rohan. Secondo la casa d’aste Auction Art, le analisi dell’arma, molto danneggiata, attesterebbero che rimase nascosta nel terreno per un periodo di tempo che potrebbe coincidere con l’anno 1890.
Nel 2011 i ricercatori americani Steven Naifeh e Gregory W. Smith, autori della biografia ‘Vincent van Gogh. The life’, sostennero l’ipotesi secondo cui Vincent Van Gogh non si sarebbe suicidato, ma sarebbe stato ferito da un colpo accidentale sparato da giovani che stavano giocando con un’arma. Secondo la loro ricostruzione, Van Gogh sarebbe stato ucciso da una revolverata di René Secrétan, un ragazzotto di Parigi che con il fratello accompagnava il pittore nei campi, facendogli scherzi d’ogni tipo. Dalla pistola sarebbe partito un colpo accidentale e Van Gogh non denunciò il ragazzo avvalorando la tesi del suicidio. L’ipotesi è stata contestata da numerosi studiosi, tra cui Louis Van Tilborgh, ricercatore del Van Gogh Museum.
Per gli esperti di Auction Art, l’ipotesi di Naifeh e Smith “non esclude i risultati della ricerca sull’arma in questione che avrebbe potuto essere stata abbandonata nel campo dai due ragazzi”.