Vaticano – Come nel sogno biblico delle sette vacche grasse che si mangiano le sette vacche magre con Giuseppe che svela al faraone il significato dei tempi difficili. In Vaticano gli effetti del coronavirus, soprattutto con la chiusura dei musei vaticani, la principale fonte diretta di introiti, cominciano a farsi sentire pesantemente sul bilancio corrente.
Il documento Vaticano
In questi giorni sta seminando panico tra i dipendenti, i collaboratori, i fornitori esterni di servizi una disposizione emessa dal Governatorato due giorni fa dalla quale si capisce bene che la situazione non è più tanto florida. Visto che si prevede il taglio di parecchie voci dal bilancio. Facendo salvo l’unico punto sul quale il Papa si è sempre battuto: mantenere gli attuali livelli occupazionali, non licenziare nessuno.
Tuttavia visto che i numeri non lasciano spazio a troppe fantasia, il Governatorato ha deciso di passare ai provvedimenti immediati. I contratti a tempo determinato, per esempio, sono destinati a non essere più rinnovati.
Il passaggio chiave
Ecco il passaggio chiave del documento: «Alla luce di quanto esposto, sono state prese alcune decisioni che dovranno orientare la gestione economica di tutti gli organismi nei prossimi mesi. E di cui di seguito si indicano le modalità di applicazione: drastica riduzione dei costi delle consulenze, sospensione, ove possibile, dei contratti a tempo determinato. Blocco di assunzioni e promozioni. Cessazione di prestazioni di lavoro straordinario, salvo imprescindibili motivi istituzionali, da attuarsi attraverso la flessibilità o le turnazioni».
L’elenco continua con il ricorso obbligato alle ferie forzate, alla composizione di un monte ore negativo costituito da giorni di assenza dove l’attività in smart-working non è realizzabile. Infine l’annullamento per tutto l’anno di convegni, congressi, mostre, fiere, la cancellazione dei viaggi e delle trasferte di lavoro e la sospensione di acquisti per arredi e suppellettili.
In piano è draconiano e si è reso obbligatorio per arginare i costi variabili, fermo restando che per i costi fissi non c’è nulla da fare. I dipendenti complessivamente sono poco più di 4 mila e pesano per circa 6 milioni di euro al mese sul bilancio. Denaro che viene pagato dall’Apsa, con il via libera della Segreteria di Stato che stacca l’assegno.
Il Cardinale
«Seppur non siano certi i tempi della inevitabile retrocessione economica, i superiori della Santa Sede e del Governatorato, nell’ambito di riunioni periodiche, sul tema economico-finanziario, sono ben consapevoli che sarà necessario un periodo non breve per una piena ripresa delle attività sia degli organismi della curia romana sia delle direzioni e degli uffici del Governatorato» si legge.
La lettera protocollata, firmata dal cardinale Bertello l’8 aprile, è indirizzata agli uffici della segreteria generale. Ai direttori dei vari dipartimenti. Ai capi uffici. Al direttore della farmacia vaticana (uno dei pochissimi uffici aperti ancora al pubblico, sebbene in modo scaglionato, mantenendo rigorose misure di sicurezza). Al direttore della Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico dei gesuiti che è situato a Castel Gandolfo ma ha anche una sede distaccata in Arizona.
La stretta riguarda, dunque, l’ufficio filatelico, quello della floreria, gli uffici addetti al reperimento delle merci per l’Annona e il magazzino degli abiti, gli ambulatori medici, la gendarmeria, i sistemi informativi, il coordinamento eventi, l’archivio, la direzione delle ville pontificie.
Rubinetti chiusi
La chiusura ai rubinetti era stata anticipata da un altro documento interno, stavolta datato 24 marzo. Documento che di fatto anticipava poi il sentieri attuale sul blocco delle assunzioni, degli straordinari, delle trasferte, dei convegni, delle consulenze esterne. Fatto salvo, naturalmente, particolari situazioni lavorative che dovranno essere valutate di volta in volta.
Per esempio quelle sui viaggi papali visto che per prepararli occorrono diversi sopralluoghi da parte del personale vaticano in loco al fine di mettere a punto la visita e il programma papale. Una eventualità che al momento non è nemmeno all’orizzonte poiché non c’è nemmeno un viaggio fissato. Tutto è stato congelato o rimandato sine die, come la trasferta a Malta che era prevista per la fine di maggio.
Franca Giansoldati Umberto Mancini per www.ilmessaggero.it
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