E il Vaticano ha alzato la voce. Si è ricordato di essere cattolico, cosa non proprio scontata con questa attuale dirigenza. Quindi, in un afflato di dottrina, ha preso il DDL Zan e lo ha letto. Accorgendosi che viola i Patti Lateranensi. Ma più che altro la libertà di parola e di opinione. Dei cattolici, dicono in Vaticano, ma di tutte le persone. Aggiungerei.
Giovedì scorso la Segreteria di Stato ha consegnato all’ambasciatore italiano presso la Santa Sede una nota in cui si evidenziano tutti i timori che il Vaticano nutre su questo disegno di legge. Conoscendo il Bergoglio pensiero (fin troppo liberista, usando un eufemismo), significa che questa volta in Parlamento l’hanno fatta completamente fuori dal vaso.
La nota del Vaticano evidenzia come le scuole cattoliche non sarebbero esentate dal partecipare alla futura “Giornata Nazionale contro l’Omofobia”. Inoltre, come già detto, si esprimono forti timori per quanto riguarda la “libertà di pensiero” dei cattolici. Alla fine, l’essere cattolico ed esprimerlo pubblicamente comporterebbe conseguenze giudiziarie. Anzi “penali”.
I più facinorosi sostenitori del DDL Zan hanno subito lamentato che mai si era vista un’ingerenza del Vaticano nella stesura di una legge dello Stato. Ma forse nei tempi passati (sic!) mai si era visto un disegno di legge così mal scritto, castratore della libertà di opinione, a solo vantaggio di minoranze che sono già ampiamente protette dalle leggi esistenti.
Fa bene il Vaticano ad intervenire, a far sentire con prepotenza la propria voce. Una tale mostruosità giuridica, già approvata dalla Camera, non deve assolutamente vedere la luce.
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