Oggi è l’ultimo giovedì del mese di novembre. Una festa nazionale importantissima. È il Thanksgiving Day: il giorno del ringraziamento. La festa nazionale è importante come detto, ma soltanto in America perché ricorda lo sbarco dei padri Pellegrini sul suolo americano dopo la traversata dell’Atlantico a bordo della Mayflower.
Quindi in Italia non è riconosciuta. Tradizione vuole che il giorno dopo di questa festa gli americani facciano ponte e si dedichino allo shopping.
Infatti assistiamo a delle vere e proprie orde di barbari che si mettono davanti all’ingresso di ogni negozio ad orari impossibili, per poi saccheggiarli grazie a degli sconti fortissimi che vengono dati dagli esercenti.
Questo giorno prende il nome di Black Friday ed è una naturale conseguenza del giorno del ringraziamento. Pertanto è una festa tipicamente americano.
Stamani accendo la radio e su otto pubblicità, otto parlavano di questo benedetto Blck Friday che, come al solito è una festa che è stata mutuata da una nazione con tradizioni completamente diverse dalle nostre, e come tale non ci appartiene. È soltanto un’altra strumentalizzazione per farci spendere più soldi spesso e volentieri inutilmente. Che poi se questi quattrini andassero ai piccoli esercenti che vendono riba locale e che cercano in tutti modi di stare aperti, nonostante vengano strangolati da delle tasse sempre più imbecilli ed esose, tutto potrebbe desumersi in un’ottica più piacevole.
Invece no, essendo di venerdì, ed essendo che la popolazione italiana ormai hai culo imparentato con la sedia, gli unici che che si ingrassano sono il buon vecchio Amazon, che di tanti soldi In più non ne sente la necessità, ed i corrieri che fanno in su in giù come pazzi per consegnare i pacchi comprati online.
Quindi una occasione ghiotta per poter aiutare i piccoli esercenti delle nostre città è andata sprecata come sempre.
Non riesco a capire come mai da una nazione grande e all’avanguardia in molte sue manifestazioni, riusciamo soltanto a recepire le cose peggiori.