Si apprende oggi che la Procura di Genova ha indagato i tre PM che si occuparono del caso David Rossi precipitato dalla finestra del proprio ufficio al MPS il 6 Marzo 2013.
Le nuove indagini della Procura di Genova
Il reato ipotizzato: falso aggravato. I fatti, quelli immediatamente successivi alla morte del manager senese, e le indagini lacunose dei tre magistrati che – secondo l’ipotesi accusatoria – avrebbero manipolato la scena del “crimine” , nascosto delle prove e omesso di procedere alle dovute verifiche. Il caso, infatti, per ben due volte venne archiviato come suicidio ma questa ipotesi non convince né i familiari né molti cittadini.
A distanza di 9 anni, infatti, ancora i dubbi su quella morte sono tanti e il pur meritorio lavoro della Commissione di Inchiesta, istituita nel 2021, non è riuscito a diradarli integralmente.
Quel maledetto 6 Marzo 2013
Era, come detto il 6 Marzo del 2013, quando alle 19.43, la telecamera n. 6 del Monte dei Paschi di Siena riprende la caduta dall’altro di un uomo: David Rossi, responsabile comunicazione della Banca.
Il povero David rimarrà in vita per ben 22 minuti senza che nessuno lo veda e lo soccorra per poi spirare sotto la pioggia sul selciato senese di Vico Monte Pio.
Operazioni spregiudicate al MPS
Il MPS in quei giorni era nel pieno di uno scandalo finanziario dovuto all’acquisizione di Antonveneta e Banco Santander, due istituti creditizi pieni di titoli velenosi e di debiti che hanno fatto crollare la più antica banca italiana.
David Rossi non era indagato ma aveva rilevanti legami di amicizia con Giuseppe Mussari plenipotenziario MPS che aveva condotto quella spregiudicata operazione finanziaria.
L’attenzione degli inquirenti si era concentrata quindi anche sul capo della comunicazione della Banca tanto che il 19 Febbraio Rossi era stato fatto oggetto di una perquisizione sia presso l’ufficio in Rocca Salimbeni sia presso l’abitazione.
Era turbato David, non comprendeva che cosa i magistrati cercassero da lui, e perché non lo convocavano per avere i dovuti chiarimenti.
Il 4 Marzo 2013 aveva manifestato all’AD del MPS, Dott. Viola, la propria intenzione di andare lui direttamente dagli inquirenti per ricostruire gli scenari della banca ed essere d’aiuto in quelle intricate indagini. Non farà in tempo. Il 6 Marzo muore.
Fu veramente suicidio?
I magistrati – quegli stessi cui lui voleva parlare, e quegli stessi che oggi sono inquisiti -parlarono immediatamente di suicidio. E archiviarono il caso come tale.
La famiglia – la moglie Antonella e la figlia Carolina – non si è mai arresa nella ricerca della verità per David. Perché quell’ipotesi, il suicidio, non ha mai convinto, così come non hanno convinto quelle indagini fatte male, frettolosamente e forse anche commettendo dei reati (come ipotizzano i Pubblici Ministeri genovesi).
Troppe cose non tornano: la dinamica della caduta ripresa dalla telecamera non sembra essere compatibile con una caduta volontaria. Le prove nascoste e cancellate circa i movimenti all’interno della banca in quelle ore. Personaggi inquietanti sul luogo del fatto senza alcuna autorità o legittimazione ma che di fatto diressero quei primi accertamenti, reperti distrutti più o meno arbitrariamente dalla Procura. E si potrebbe continuare all’infinito. Perché è vero che sono dettagli, ma dettagli che potrebbero raccontare tutta un’altra storia.
Eppure, al momento, a livello giudiziario si staglia ancora come un macigno quella parola: suicidio!
Ma la Commissione di Inchiesta ha audito testimoni, ricostruito scenari ed eventi che gettano molte e importanti ombre sulla dinamica degli eventi così come accertata dalla magistratura.
La sensazione è che si fosse davvero a un punto di svolta, ma la caduta del Governo Draghi e le successive elezioni anticipate hanno impedito alla Commissione di completare il proprio lavoro.
Aspettando una nuova commissione di inchiesta
Adesso, speriamo vivamente che si insedi una nuova Commissione di inchiesta che ricominci il percorso investigativo da dove la precedente lo aveva interrotto e che sappia dare delle risposte finalmente definitive sul caso David Rossi.
Lo merita la famiglia, ma lo meritano anche i tanti cittadini senesi e non che hanno diritto a verità e giustizia per questo “mistero italiano”.
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