Chat hard – Al peggio non c’è mai fine. Un modo di dire banale, fin troppo abusato. Ma in questo caso è forse fin troppo leggero. Dopo 5 mesi di indagini, la Polizia Postale della Toscana, su indicazione della Procura dei Minori di Firenze, è venuta a capo di un gruppo di 20 persone che, tramite Whatsapp e Telegram, si scambiavano filmati e immagini di pedopornografia e di violenze che sono arrivate anche alle mutilazioni di animali e persone. Anche alla decapitazione.
Come se questo non bastasse, dei 20 imputati, il maggiore ha 17 anni, il minore 13. Sì: ragazzini, minorenni, teenager. Mentre scrivo queste cose sono in preda a due sentimenti: la voglia di spaccare tutto e il disgusto più totale. Ma la domanda che mi pongo è: perché?
Il tutto sarebbe partito dalla denuncia di una madre di Lucca che ha trovato nel cellulare del figlio di 15, filmati porno di bambini. E menomale che questa madre ci ha guardato.
Le immagini, specialmente quelle più crudeli, venivano quasi interamente dal deep web, un universo nascosto e terribile al quale è fin troppo facile accedervi, a quanto pare.
Decine di cellulari e di computer sono stati sequestrati in tutta Italia. In questa follia si univano sesso di minori e suicidi.
In questi casi le colpe sono sempre del sistema, che è marcio dentro. Ma i genitori non si sono accorti che i loro figli si sollazzavano con certe mostruosità? Farò un discorso da vecchio, ma quando io avevo 14 anni, giocavo parecchio a pallone in piazza. E quando andava BENE, riuscivo a dare un bacio sulla guancia alla ragazzina che mi piaceva.
Adesso invece la pornografia sembra non bastare più, ci vuole pure l’orrore.
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