Videogiochi, cresce l’industria italiana ma frena quella mondiale

Videogiochi, cresce l’industria italiana ma frena quella mondiale

Il settore dei videogiochi in Italia è più florido che mai, nonostante alcune fluttuazioni nel numero di giocatori e nelle abitudini di spesa. Nel 2023, il giro d’affari legato ai videogiochi ha raggiunto infatti i 2,3 miliardi di euro, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Il successo economico è dovuto a un complesso mix di vendite hardware e software che, seppure in un contesto di leggera diminuzione di giocatori, riesce a mantenere il settore vivace e rilevante. A offrire un quadro dettagliato di come il gaming abbia conquistato un posto di rilievo nell’economia e nella cultura del nostro paese è il rapporto “I videogiochi in Italia nel 2023” di IIDEA, associazione di categoria dell’industria videoludica in Italia: ecco i dati.

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Un settore che supera altri intrattenimenti tradizionali

Confrontando i numeri del settore videoludico con quelli di altri settori dell’intrattenimento in Italia, emerge un quadro sorprendente. Mentre l’industria musicale e il cinema registrano rispettivamente incassi di 440 e 495 milioni di euro, i videogiochi si confermano infatti come un settore solido e in continua espansione. Il confronto evidenzia come il gaming sia ormai una realtà economica fondamentale, pur ricevendo ancora meno visibilità rispetto ad altre forme di intrattenimento nei media tradizionali.

Una delle componenti chiave della crescita è rappresentata dal settore hardware, che nel 2023 ha registrato un aumento del 63% rispetto all’anno precedente, principalmente grazie alla maggiore disponibilità di console come la PlayStation 5 e Xbox Series X/S. Anche il software ha visto un incremento nelle vendite di nuovi titoli (+6%), dimostrando un interesse costante per l’acquisto di videogiochi veri e propri. Al contrario, le transazioni in-game, come acquisti di espansioni o contenuti extra, hanno subito un calo del 42%, segno di una possibile evoluzione nelle preferenze dei consumatori, forse più attenti a gestire le spese accessorie o meno attratti da contenuti aggiuntivi.

La diversità demografica dei videogiocatori italiani

Molto interessante è anche l’analisi demografica dei videogiocatori italiani, che rivela un panorama estremamente variegato. I giovani sotto i 24 anni e gli adulti tra i 45 e i 65 anni rappresentano da soli quasi metà della comunità dei giocatori, un dato che sfida l’immagine tradizionale del videogioco come passatempo esclusivo dei giovani.

Inoltre, con quasi 5 milioni di giocatrici su 13 milioni di giocatori totali, il gaming in Italia si conferma un hobby che coinvolge equamente entrambi i sessi, contribuendo a smontare il vecchio stereotipo dei videogiochi come esclusivo dominio maschile. Anche in ambiti per certi versi più tradizionalisti come quello dei casino online, oggi sta invece portando sempre più donne sulle piattaforme specializzate a prendere parte a tavoli di carte e giocare a slot di successo del calibro di Gonzo’s Quest Megaways.

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Un occhio al mercato globale: il dominio del mobile

Il mercato italiano riflette, in parte, le tendenze globali riportate nel Global Market Report 2024 di Newzoo. A livello internazionale, per esempio, il mobile gaming domina con oltre 90 miliardi di dollari di fatturato, contribuendo quasi alla metà dell’intero mercato, dati simili a quelli del nostro Paese, dove il boom dei giochi su mobile non solo sta trasformando le abitudini di consumo, ma spinge anche il mercato verso nuove soluzioni tecnologiche che includono una maggiore accessibilità e un approccio più casual e immediato.

Ovviamente, nonostante gli ottimi dati, il futuro del settore non è privo di sfide, soprattutto sul fronte dei costi di produzione. I giochi cosiddetti “tripla A”, ovvero titoli ad altissimo budget paragonabili ai blockbuster cinematografici, si trovano infatti in una fase critica. I costi di produzione risultano oggi talmente elevati che per rientrare dalle spese è necessaria una quantità significativa di vendite, per questo motivo per molti studi puntare su progetti più piccoli o su esperienze di gioco più brevi che richiedono meno risorse, potrebbe essere una strada necessaria per mantenere l’equilibrio economico e continuare a innovare.

Con l’aumento della diversità demografica e la spinta verso un’innovazione tecnologica sostenibile, l’industria videoludica è dunque chiamata a bilanciare tra esigenze economiche e creatività. Riuscirà a trovare un compromesso che permetta sia di mantenere la qualità dell’esperienza di gioco sia di esplorare nuovi orizzonti?

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