Una nuova Regina Vittoria. Se in Italia avesse vinto la monarchia (posto che così non sia stato) il futuro sarebbe stato questo volto.
Molto Chiara Ferragni e con aspirazioni da Influencer. Non molto regale, in verità.
A vederla così pare più una tipa da salotto della D’Urso che una testa coronata, ma tant’è.
Tutta la nostra simpatia ed ammirazione per la giovanissima Principessa, ma l’aria da ‘influencer‘ un po’ ce l’ha, non ce ne voglia.
È la primogenita di Emanuele Filiberto e Clotilde Courau.
La legge salica abolita
In occasione del diciassettesimo compleanno della nipote, Vittorio Emanuele, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II, per allinearsi agli altri casati europei, in nome della parità di genere, ha modificato la legge di successione salica.
Quella norma, cioè, che impediva il trono alle donne Savoia. Da quel momento Vittoria è diventata l’erede al trono.
E con un nonno discutibile ed un padre che fa il saltimbanco nei programmi tv, sarebbe il meglio in cui poter sperare.
La diciassettenne vive a Parigi con la mamma e divide la sua vita tra la scuola e il sogno di una carriera di influencer. Pensa te che sogni per una erede al trono. Il Sogno, anzi il Segno dei tempi.
Riprendendo un tema gettonato, le monarchie europee, rinverdito dalle gesta di Harry e Megan, ad accendere i riflettori su Vittoria è stato niente popò di meno che il New York Times.
Il giornale liberal per eccellenza, ha evidenziato le dispute tra i Savoia e gli Aosta per la guida del casato, presentando la giovane rampolla.
Una contesa che dura da centocinquant’anni, arrivata anche sulle pagine del quotidiano americano.
Non gettiamo la croce addosso alla giovane Vittoria, ma ci pare figlia dei suoi tempi e dei suoi avi.
Non che gli altri casati europei stiano dando spettacoli tanto più edificanti, intendiamoci, ma a vedere le case regnanti attuali vi è da rallegrarsi solo di una cosa.
Che bene o male l’Italia sia una Repubblica: sia pure costituzionale, ma una monarchia attualmente sarebbe stata ancora più deteriore nel nostro paese, in mano a personaggi quantomeno discutibili.
Ed insostituibili. Anche se effettivamente, quanto alla loro inamovibilità, anche i politici democraticamente eletti non scherzano, dalle nostre parti.
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