Viva Martinez ed il suo gesto catartico contro il politicamente corretto

Un sano sberleffo ai soloni del multiculturalismo di maniera

Martinez si porta il guantone d’oro Adidas sui genitali e fa il gesto, gestaccio, di mostrarlo ai tifosi francesi che lo fischiano.

Accade in Qatar, alla premiazione della Coppa del Mondo.

Apriti cielo!

Tutti contro il gesto maleducato e incivile. I titoli del giorno dopo stigmatizzano l’accaduto e i commentatori si stracciano le vesti stizziti.

Invece viva il machismo di Martinez

Diciamoci la verità non siamo più abituati ai sani gesti goliardici e dissacranti di una volta. Se poi sfiorano il machismo ‘tossico’, ullala’ che ovvove.

Il politically correct ha messo la museruola ai nostri gesti spontanei, censurando anche solo il pensiero, che vada contro corrente.

Il portiere argentino, beccato per la sua prestazione dai tifosi francesi, ha reagito in maniera non molto inglese, ma molto genuina, a quanti hanno criticato la Seleccion.

Che ha avuto l’ardire di battere la Francia di Macron, la paladina della cultura sinistrorsa ed accoglientista tanto blasonata nei salotti radical-chic.

Una vittoria conto il mainstream

Il gesto di Martinez va al di là del suo significato contingente. È un simbolo.

Un vaffa a quanti tifavano Francia: a partire dal Washington Post che si chiedeva perché non ci fossero giocatori di colore nell’Argentina. Forse perché l’Argentina è una selezione di giocatori di calcio, non una serie TV di Netflix.

Un bel gesto sano, robusto, volgare e virile che ricorda la nostra goliardia cameratesca dei tempi andati.

Un gesto alla Elvis molto di bacino, che mi ha ricordato il pupazzo Rockefeller, avete presente? Quello che a modo suo mandava a quel paese chi non gli andava a genio.

Martinez assurge a simbolo di ribellione contro il pensiero unico che ci attanaglia.

Una risposta non molto paludata, ma efficace e liberatoria ai giornali che gongolavano alla vista multietnica della squadra francese; che si commuovevano sottolineandone la predominanza africana, e che al gol di Messi hanno indossato l’abito a lutto. Scippati di tutti i peana che avevano già pregustato, ovviamente in salsa anti governo Meloni.

Finendo a chi indulgeva agli aspetti LGBT di Mbappé e la fidanzata Ines, modella transgender. Che secondo la nostra rosea Gazzetta era la sua “arma segreta”.

Nello specifico Ines Rau la presunta fidanzata di Kylian Mbappè, nata a Parigi nel 1990, figlia di genitori di origini algerine va e nel 2017  prima modella transgender a ottenere la copertina di Playboy.

Un bel gestaccio liberatorio e catartico quello di Martinez, a queste panzane dei nostri tempi. Al Qatar, alla Fifa che per soldi ha calpestato ogni pudore, alla Germania che si tappa la bocca, e all’Inghilterra che si inginocchia.

Un boccaccesco atteggiamento che ci scuota e ci ricordi quanto discostarci dal pensiero comune non può che giovare alla nostra libertà e freschezza intellettuale.

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