Ho passato la giornata di ieri a leggere di Vlahovic. Sia su quella che viene indicata come stampa specializzata, sia sui vari social. Vuoi che essi siano FaceBook o semplici chat di amici.
La bellezza del libero pensiero è che permette a tutti di avere ragione. O almeno di poterla esprimere, che mi sembra più corretto. Io non voglio insegnare a nessuno, né tantomeno dare la mia versione come se fosse il Verbo. Sono un amante di calcio (vado allo stadio da 40 anni), ma i conoscitori, gli esperti sono altri.
Partiamo dalle origini. Vlahovic approda a Firenze tramite le amicizie di Corvino. Come si diceva una volta: brufoli, pantaloni corti e naso caccoloso. Insomma un bambino. Era Della Valle. Una marcia in più da subito. La Primavera della Fiorentina, a quel tempo, era lui.
Arriva in serie A e si trova in competizione con fior di attaccanti come Cutrone e Kouame. Un’alternanza che comprendo poco, ma io di calcio non ci capisco niente. Prandelli viene chiamato al posto di Iachini e Vlahovic ha la sua occasione. Sboccia e si prende la titolarità inamovibile.
Colpe societarie
Qui si potrebbero evidenziare le colpe societarie. Perché sai che hai in mano un possibile campione. Gli rinnovi subito il contratto. Quando ancora non è esploso definitivamente. Ma forse sarebbe stato inutile, perché quando un giocatore vuole andarsene, va. Non ci sono dubbi in merito.
Vlahovic ha dimostrato due qualità insindacabili: è un attaccante unico e non ha sentimenti. Riesce a giocare, e bene, con qualsiasi pressione psicologica addosso. E volendo è anche un gran bugiardo. Mi spiego.
Nel ritiro di Moena scorso, dichiarò, ripreso dalle telecamere: datemi un contratto e firmo subito. Di contratti davanti ne ha avuti, ma di firme proprio non si sono viste. Lui lo sapeva, ma ha continuato a giocare come se la Fiorentina fosse la sua unica ragione di vita. Complimenti per l’impegno.
L’unico legame affettivo forte che ha è, giustamente per la sua famiglia. Che vive ancora in Serbia. Come vivono in Serbia il suo procuratore Ristic e il suo entourage. Gente che si diverte a dire “I walk with bad guys” (cammino con gente poco raccomandabile).
Molti hanno detto: ma perché Vlahovic non cambia procuratore, se vuole veramente firmare? Perché Vlahovic vuole bene alla sua mamma. Quanto mi torna alla mente Milinkovic-Savic che si mette a piangere nella sede viola dopo aver ricevuto una telefonata che gli consigliava di firmare per la Lazio.
Ristic e il muro alzato
È evidente che Ristic aveva, da tempo, un contratto con la Juventus. Con una commissione di svariati milioni di euro (si parla di 20). Queste follie del calcio, che evidentemente stanno bene, in primis, ai presidenti delle società.
Ristic aveva un solo obiettivo: portare Vlahovic a scadenza e farlo muovere come voleva lui. E magari ci beccava anche una commissione più lauta. Poi invece ha trovato un tizio che sembra il bonaccione zio d’America, ma che l’imprenditore lo sa fare bene.
Rocco ha fatto saltare il banco. Ha messo la situazione in piazza, scoprendo le proprie carte. Ti offro un contratto da 6 milioni di Euro, ma sei tu che lo rifiuti. Ti porto richieste di squadre inglesi ricchissime, ma sei tu che le rifiuti. Ha messo il giocatore e il procuratore con le spalle al muro.
Vuoi andare alla Juventus? Ok ma vai subito e porti cash, occhei? E così, alla fine è stato.
A livello aziendale è stata un’operazione magistrale. Condotta sapientemente a livello economico e di sostituzione. Comprare gente del calibro di Ikoné e Piatek nel mercato di gennaio non è una strategia di chi vuole disinvestire. Per non parlare degli attaccanti che arriveranno in sostituzione di Vlahovic. Un programma ben delineato.
Poi, giusto per farvi notare, 75 milioni di euro equivalgono a due anni di fatturato. C’è da essere ottimisti.
Ma la Juventus, dove trova i soldi?
La domanda giusta che ci dobbiamo porre è questa. Come fa la Juve a pagare 75mln cash? È la società più indebitata del campionato italiano, nonostante le ricapitalizzazioni. Eppure si può permettere un’operazione ultra onerosa. Magari iniziata tempo fa, con un sostegno alla famiglia in Serbia. Non ci sono prove, ma sarebbe veramente un nobile gesto da parte degli strisciati, non credete?
Comunque ricapitolando le vendite eccellenti della Fiorentina in Italia: Bernardeschi, Chiesa, Montolivo, Neto, Jovetic, Felipe Melo, Kalinic. Fra infortuni e panchine a ripetizione, non mi sembra che abbiano avuto una gran sorte.
Comunque noi siamo fiorentini e si sa:
Torino piange quando il Prence parte. E Roma esulta quando il Prence arriva. Firenze, città di poesia e d’arte, va in cu… a chi arriva e a chi parte.
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