Wilfredo Pareto

A commento dell'articolo CONGRESSO LEGA: CONCLUSIONI di Kishore Bombaci

Wilfredo Pareto

A commento dell’articolo CONGRESSO LEGA: CONCLUSIONI
di Kishore Bombaci

Caro Bombaci,
Palesemente lei spara sulla Croce Rossa: richiede alla Lega per Salvini premier nientemeno che applicare i “sentieri di ofelimità” di Wilfredo Pareto!
In tutta la Lega saranno una decina, escluso Salvini, a sapere chi era e che cosa scriveva Wilfredo Pareto.

So quel che dico: sono stato presidente della Lega Toscana e membro del consiglio federale per oltre 10 anni, conosco i vertici che ho contribuito a selezionare partendo dal poco disponibile, ho assistito inerme alla metamorfosi kafkiana del partito che fu il mio e quello di tanti amici che ci avevano messo impegno, cuore, speranze, illusioni

Poi Salvini ebbe lo stesso guaio del Gregor Sansa della allegoria kafkiana delle Metamorfosi, si trasformò in un insetto catafratto nel suo carapace trasformando la casa in cui tutti vivevano con usuale armonia, reciproco impegno e tollerante rispetto, in un luogo in perenne conflitto, con i nuovi pigionanti intolleranti e pronti a uscire dalla casa che li aveva accolti, per andare a pagare pigione altrove, con nuovi padroni di casa che impegnarono l’anima ma anche il corpo, o una sua parte, in una rincorsa alla carriera personale.

Riuscendoci ma spolpando il partito, per un po’ sostituendo le preferenze personali al voto di consenso allo scomparso progetto della Lega, fino a Vannacci, che da ultimo ha salvato la Lega dal naufragio del 5/6%.
Il che gli dava doppio titolo da mettere sul tavolo del così detto Congresso Federale, riunito a Firenze dopo una eclisse congressuale di quasi dieci anni, in barba a Statuto, buon senso e perfino buon gusto.

Il Generale aveva la forza delle oltre 500 mila preferenze portate alla corte del Capitano: come in economia le imprese si giudicano dai margini che producono, così in politica i partiti e i membri dei partiti si giudicano dai voti che prendono: cinico ma efficace.

Per di più il Generale aveva buon gioco a denunciare lo stato in cui la attuale dirigenza ha ridotto il partito in Toscana (e se per questo dappertutto),
Le idee camminano sulle gambe degli uomini, diceva Lenin (ed è l’unico enunciato leninista che condivido).

Salvini prosciugò le idee della Lega.
A più di uno che in Consiglio Federale provò a chiedere su quale progetto politico chiedere il voto, rispose col mantra “prendiamo i voti da chi ce li da”.
Quanto alle gambe cui affidò la deambulazione delle idee, che non c’erano più, sono tutte da vedere, con le debite eccezioni per fortuna: solo gli sciagurati grillini possono vantare una corte dei miracoli più pittoresca e arrembante.

E’ obiettivamente difficile perfino per Salvini trovare un Giuseppe Conte che presieda comitive con Di Maio, Toninelli, Bonafede, Lezzi, Azzolina, e via dicendo.
Ma anche la Lega per Salvini premier non scherza; evito i nomi sia per carità di patria e ancor più per timore di querele: la più evidente conquista di buona parte della attuale élite leghista è riscontrabile dall’esame degli ISEE e degli allegati curricula: sono pubblici, leggere per credere e capire.

Se il Generale sostituirà la eurodeputata Ceccardi, che dal 2018 comanda la Lega in Toscana, a prescindere da ogni compatibilità ideologica e progettuale, dovrà riesumare i pochi militanti rimasti che offrano competenza e autonomia economica, fare i conti con un esercito rissoso, scompaginato, con i relativi capitani (di ventura), senza catene di comando efficienti: un cadavere politico di difficile rianimazione

Ma il Generale ha dimostrato di essere bravo: se assumerà il comando proverà a rianimare il cadavere, cercherà di recuperare i consensi dispersi fra astensioni e competitori di centro destra, ma anche fra i nuovi movimenti che stanno riproponendo il progetto della Lega Nord.

Come il più dinamico di essi: il Patto per il Nord, in espansione inusuale perché sostituisce l’invocato ma mancato appello ai colonnelli leghisti Zaia, Fedriga, Giorgetti, Rixi, Garavaglia, Molinari, e pochi altri, a cambiare schema riproponendo agli elettori i temi e le dinamiche della Lega Nord.
Invece, almeno per ora, sembrano preferire restare dentro al bunker salviniano in attesa della apocalisse di ottobre 2027.

In questo scenario la Sinistra toscana, con tutte le sue incongrue debolezze, riprenderà la presidenza regionale a ottobre prossimo: la signorina Schlein ringrazia e porge ossequi.

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