Si annuncia esplosivo il nuovo documentario della Hbo che torna ad indagare sulle accuse di abusi sessuali contro Woody Allen da parte della figlia Dylan Farrow. Il doc in quattro puntate, diretto da Kirby Dick e Amy Ziering, si intitola ‘Allen vs Farrow’ e debutterà in Usa il 21 febbraio (in onda per quattro domeniche in prime time). Il nuovo documentario esplora la storia privata dietro le accuse contro Allen, 85 anni, mosse dalla figlia Dylan, allora di 7 anni, che l’attore e regista aveva adottato con l’attrice Mia Farrow. Nel documentario si ricostruisce anche la battaglia legale per la custodia e la rivelazione della relazione di Allen con un’altra figlia adottiva di Mia, Soon-Yi Previn.
La punta dell’iceberg
“Chi mai avrebbe potuto credere quelle cose di Woody Allen?”, chiede Mia Farrow, 75 anni, nel trailer del documentario. “Non potevo crederci. Non potevo crederci”, aggiunge. In un altro momento del trailer, Dylan, che ora ha 35 anni, dice: “Non importa quello che pensate di sapere: è solo la punta dell’iceberg“. La serie doc, che è stata girata in gran segreto, include nuove interviste con Mia, Dylan e Ronan Farrow, ma anche con l’amica di famiglia e cantante Carly Simon e con il pubblico ministero Frank Maco, oltre a filmati domestici mai visti prima forniti da Mia Farrow sulla vita insieme ad Allen prima della loro rottura nel 1992. Allen è attualmente ancora sposato con Soon-Yi, che ora ha 50 anni, e la coppia ha due figlie. Ma né Allen né Soon-Yi hanno partecipato alla serie.
Gli abusi sulla figlia
Alla fine del 2017, Allen ha dovuto affrontare le accuse di abusi da parte di sua figlia Dylan che ha affermato in una lettera aperta del New York Times nel 2014 che Allen l’aveva molestata da bambina. Allen ha a lungo negato le accuse, che sono state riportate per la prima volta durante la sua separazione da Mia; con la quale condivide anche i figli Moses e Ronan. Woody Allen ha sostenuto che Mia ha istruito la figlia e che un rapporto della Child Sexual Abuse Clinic dell’ospedale di Yale-New Haven, dove si sostiene che non si era verificato alcun abuso, dimostra la sua innocenza.
Allen ha parlato dell’atteggiamento negativo dell’opinione pubblica nei suoi confronti, in un’intervista al The Guardian nel maggio scorso. “Presumo che per il resto della mia vita un gran numero di persone penserà che sono stato un predatore”, ha detto il regista, che in precedenza aveva detto che intende continuare a lavorare fino alla fine della sua vita. “Qualunque cosa dica suona egoistica e difensiva, quindi è meglio se vado a modo mio e lavoro”.
(Adnkronos)
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