Chi sa fa, chi non sa insegna. Che bel proverbio: semplice e di una verità assoluta.
Il Direttore del Reparto di Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo è assolutamente sicuro delle affermazioni che dice (vi invito a leggere l’articolo di Leone a QUESTO LINK). Subito viene controattaccato con quel suo fare pomposo, aulico e borioso di Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Tutti noi abbiamo imparato a conoscere il modo aulico e autocelebrativo – mi ricorda qualcuno, sempre presidente, ma ora mi sfugge – con cui Locatelli impone le sue lectio magistralis al popolo ignorante e bruto, dal palco (scenico) della Protezione Civile. Con quel suo sguardo sempre socchiuso e annoiato. Con quelle parole (tante, a volte inutili) con cui, investito dalla grazia divina, si sforzava vanamente di insegnarci come bisognava vivere da morti. O morire da vivi.
Oggi qualcuno che di discorsi ne fa pochi, e che preferisce la vita ospedaliera (magari dovrebbe essere quello il lavoro di un medico, ma chi sono io per sentenziare, mica sono alla maggioranza), osa. OSA! Osa contraddire il Presidente! E di questi tempi si evidenzia pure il reato di lesa maestà.
“Assoluto sconcerto” per Locatelli equivale quasi a una bestemmia. Locatelli è uno che delle parole ne ha fatto una ragione di vita.
E Zangrillo cosa dice, anche in maniera brutale? “Il virus clinicamente non esiste più. Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità.” Franco, per caso parla di voi?
Anche noi di AdHocNews, nel nostro piccolo lo avevamo detto in un intervista al Prof. Nicola Mondaini il 6 maggio scorso (CLICCA QUI). Menomale che Locatelli non ci ha letto, altrimenti si sconcertava di nuovo.
Questo virus ha sicuramente creato tanti problemi a livello sanitario, sicuramente ha peggiorato e accelerato il decadimento clinico di molti pazienti con situazioni patologiche compromesse. In alcuni casi (infinitesimali, a livello percentuale e statistico) ha anche ucciso da solo.
Ha anche messo sotto le luci della ribalta, davanti a tante telecamere, persone che fino a ieri nessuno conosceva. E la notorietà, una volta raggiunta, è difficile e doloroso togliersela di dosso.
Quando saremo tornati a essere nuovamente liberi e padroni delle proprie vite, Zangrillo tornerà a fare quello che sta facendo ora: salvare vite umane; Locatelli a fare quello che faceva prima. Insegnare.
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